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“Il posto dei sogni non è il cassetto”
Per me, questa è una delle frasi più belle, motivanti e condivise che da sempre girano sul web.
Non ho ancora capito chi l’abbia inventata, ma senza dubbio era un genio: in una sola frase è riuscito a condensare una delle cause più gigantesche di infelicità, insoddisfazione e mal di vivere che da sempre attanagliano la nostra società: il rinunciare ai propri sogni a favore di una vita “sicura, concreta e redditizia”.
Uno dei motivi che mi ha portata a fare il lavoro che faccio oggi, aiutare le persone a trovare il loro posto nel mondo del lavoro, (ri)qualificandosi in modo da trovare quella particolare situazione lavorativa che gli permette di dire “AMO IL MIO LAVORO”, è proprio la mia ferma convinzione che OGNUNO sul pianeta terra DOVREBBE VIVERE FACENDO CIO’ CHE AMA.
Lavoro da casa, perciò mi alzo esattamente quando mi pare e piace, così il tempo della colazione finisce per essere praticamente equivalente a quello del pranzo :)
Però, una delle rare mattine in cui sono dovuta uscire di casa presto, mi sono fermata a fare colazione in un bar lungo la strada. E mentre sorseggiavo il mio cappuccino, ho visto questa targhetta alle spalle del barista:
"NATO PER DIVERTIRMI, COSTRETTO A LAVORARE"
Ho guardato il barista dritto negli occhi e ho capito che quelle parole non erano scritte solo sulla sua targhetta, ma anche incise con il fuoco nella sua anima. Lo sguardo spento, l’aria di chi è in un posto ma vorrebbe essere tutto altrove, mi hanno riempita di tristezza.
Una tristezza vecchia per fortuna, la stessa tristezza che ho provato io per anni e di cui sono riuscita, ormai da tempo ma con tantissima fatica, a liberarmi.
Guarda il video per scoprire l'errore che assolutamente devi evitare se stai cercando di riqualificare la tua situazione lavorativa.
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